martedì 15 maggio 2018

Il DOLORE dell' INGIUSTIZIA



Il 22 Luglio 2011 in un’isola della Norvegia (Utøya) è avvenuta una tragedia.

Su questa isola più di 80 ragazzi provenienti da tutto il mondo, tra i 12 e i 20 anni, si erano
riuniti per manifestare contro l’inquinamento e per la pace.

Ad un certo punto un attentatore di nome Anders Breivik, vestito da agente della polizia e facendo finta di cercare bombe sull'isola, uccise 69 ragazzi con un fucile automatico mentre erano in un punto di ristoro.

Dopo un’ora e mezza la DELTA (Unità Norvegese Anti- Terrorismo), ha fatto irruzione sull'isola e l’attentatore si è consegnato senza opporre resistenza continuando a ripetere che tutto ciò era per l’Europa e per far sì che le “razze” non si mescolassero.


Ecco alcune testimonianze di parenti delle vittime e sopravvissuti:

"L'uomo camminava lentamente lungo l'isola, aprendo il fuoco contro tutti. Si è poi avvicinato verso il posto dove ero seduta e ha aperto il fuoco uccidendo subito dieci persone. Mi sono salvata perché mi sono buttata in acqua". Dice una ragazza di 16 anni che ha riferito la straordinaria calma con la quale l'attentatore sparava sulla folla.

Un’altra ragazza racconta che, per sopravvivere, molti dei suoi amici si erano buttati a terra fingendosi morti. Ma non è servito a nulla: "Quando erano a terra si è assicurato fossero morti, colpendoli di nuovo"  Elise, 15 anni, s'è nascosta dietro la roccia sulla quale era posizionato l'attentatore: "Riuscivo a sentire il suo respiro".
Emilie è rimasta 2 ore nascosta nella scuola, precisamente sotto un letto: "Sono rimasta sotto il letto per due ore – ha detto la ragazza- e poi i poliziotti hanno infranto le finestre e sono entrati. Sembra una cosa irreale, soprattutto in Norvegia".
La cosa che sconvolge di più è la motivazione con la quale l’attentatore ha cercato di  giustificarsi; morire per una motivazione così fa rabbrividire.
                 
  


Alice C.
Gaia G.
Julia K.

Cerca nel blog