Agliana è il nostro paese, quello in cui stiamo crescendo e da cui partiremo, per conoscere il mondo.
Agliana è un comune italiano di oltre 20.000 abitanti di diverse etnie, che vivono serenamente in armonia, nella Provincia di Pistoia. Si stende tra il torrente Bure, il torrente Calice e l'Ombrone Pistoiese e la Brana. Si trova in posizione strategica tra le più belle città d'arte della Toscana: Lucca, Firenze, Prato, Pistoia.
Sulle origini del nome Agliana ci sarebbe da discuterne. Lo stemma comunale ci fa pensare al frutto della terra, L'AGLIO, che nasce dall'antica palude che ricopriva il nostro territorio; ma a sentire gli anziani si tratta di una pura e semplice assonanza.
Come in tutte le cose c’è però un fondo di verità, proprio quel fondo stagnante e limaccioso da cui germoglia l’aglio in questione: la zona, anticamente, era tutta palude.
In principio era un lago, quando l’uomo non c’era e la piana era sommersa. Ed è certo che le acque dei torrenti Bure, Brana, Ombrone, Agna, non trovando sbocco in Arno ristagnassero nel territorio, causando malattia.Ecco che allora il nome del nostro ridente paesino deriva da Agna e non da Aglio. La terra emerse dalle acque al che l’Ombrone, valicata la stretta gola della Gonfolina, poté alfine riversarsi in Arno.
Nel corso dei secoli successivi si verifica un processo di evoluzione del nome, fino all' anno Mille, che attesta contemporaneamente Alina, Allina, Aliana, Alliana, Allana, Agliana. E lo stesso percorso segue il fiume, riportato come Alina, Allina e Agna. ECCO SVELATO IL MISTERO DEL BATTESIMO DELLA NOSTRA AGLIANA!!!!
Nel nostro paesino ci sono molti luoghi caratteristici, negozi e attività che sono degni di essere esplorati e conosciuti da chiunque arrivi qui da noi:
LE ORIGINI
Furono la signora Lina e suo marito Nisar, da cui per una storpiatura tutta toscana, anzi aglianese, deriva il nome Anisare, che negli anni '30 dettero vita ad una latteria a cui si aggiunse la preparazione di gelati. Solo tre gusti crema, cioccolata e limone, un quarto l'albicocca quando si poteva cogliere dall'albero in giardino.
GLI ANNI '60
L'attività che con la guerra si era fermata riprese subito dopo; negli anni '60 Nisar lasciò tutto nelle mani della figlia Marica e del genero Lubiano; erano gli anni della grande industrializzazione e quindi della concorrenza delle grandi industrie anche in questo settore.
GLI ANNI '70
Ma subito negli anni '70, anche grazie al fatto che Nisar si decise a rivelare il segreto del suo gelato soprattutto al nipotino Marco che subito lo riferì al padre Lubiano, l'attività riprese a pieno ritmo con il gelato fatto in modo tradizionale, alla vecchia maniera, che negli anni sarà sempre più apprezzato. Lubiano e Marica con l'aiuto dei figli Marco, Susi e Viola...
... FINO AD OGGI
.... fanno del suo gelato artigianale dal gusto unico un orgoglio aglianese, conosciuto da tutti. Susi poi apre una gelateria a Prato e Marco a Viareggio. Il gelato d'Anisare è: uova, cacao, zucchero, frutta fresca di stagione ed altri ingredienti, tutti genuini. Sempre lo stesso, da Piazza 4 Novembre, al Viale Roma fino a qui in Via della Repubblica, 7, con Lubiano, Marica e Viola.
ANISARE. IL GELATO PIU' BUONO DELLA TOSCANA!!!!
Ad Agliana si mangia benissimo!!!
Cucina povera tradizionale che si può gustare durante le sagre di paese
I piatti tipici aglianesi sono il polpettone aglianese, un piatto a base di carne servito con una gustosa crema di sedano e il migliaccio toscano dolce, una torta con sangue di maiale che diversamente dalla ricetta pistoiese salata, prevede l’aggiunta di pinoli, uvetta e arancia.
IL POLPETTONE AGLIANESE
Il Polpettone Aglianese è un’antico piatto della cucina toscana che nasconde molti segreti circa la sua ricetta. Un secondo piatto a base di carne, abbondante e ricco di gusto che da sempre ha accompagnato la cucina di Agliana, che ricorda la tradizione casalinga toscana della preparazione di piatti semplici.
L’impasto di carne di pollo e di manzo, insieme al pane lasciato ammollo nel latte e nelle uova, viene asciugato e rilegato con lo spago, pronto per essere bollito insieme ai pezzi di carne avanzati. Prima di finire in pentola la carne viene asciugata bene, lasciata lessare a fuoco basso tra sedano, cipolla, carote, e basilico e infine riposare per qualche minuto.
Il polpettone con i suoi aromi e il suo gusto deciso, pronto per essere servito come da tradizione, si accompagna con la celebre salsa verde dei bolliti misti toscani.
Il polpettone, da sempre considerato un piatto della tradizione popolare di Agliana, è oggi una tipicità che si può gustare all'interno delle sagre, o nei punti di ristoro di Agliana, abbinandolo ai vini rossi toscani perfetti per esaltarne il gusto.
IL MIGLIACCIO AGLIANESE GRANDE DONO DI MESSER MAIALE
Prendete un litro di sangue fresco di maiale ben filtrato dai coaguli , aggiungete 3 uova sbattute, la scorza di un’arancia grattugiata, la scorza di una limone grattugiato, un quarto di noce moscata grattugiata, qualche pizzico di cannella , sale e pepe quanto basta , un decilitro di brodo; amalgamate il tutto molto bene. A questo punto dovrete incorporare due manciate di farina ,facendo attenzione che non si formino grumi ; perché ciò non accada ,sarà opportuno stemperare in una tazza la farina con un po’ di sangue e trasferire questo composto, un poco alla volta nel contenitore di servizio.
Il composto non dovrà apparire sodo, ma neanche troppo liquido, dovrà avere la consistenza di una salsa molto diluita ed in grado di spargersi con naturalità. Gli aggiustamenti, in genere, vengono fatti successivamente in fase di cottura perché, se il composto è troppo liquido difficilmente il migliaccio si stacca dalla padella; in questo caso aggiungete un tuorlo d’uovo, ed un altro po' di farina.
Oggi ,però , non è difficile trovare in macelleria il composto già fatto e sarà necessario solo aggiungere quegli aromi descritti per ottenere il sapore desiderato.
Fatto il composto si procede alla cottura.
Nella padella di frittura ,(oggi ci sono le padelle antiaderenti e sono consigliabili per i principianti) versate un cucchiaino di olio di oliva o , se volete fare come si soleva un tempo, un cucchiaino di lardo vergine; quando sarà ben riscaldato versate una quantità del composto pari ad un terzo di un normale romaiolo da cucina , questa quantità dovrà essere appena sufficiente a coprire tutta la superficie della padella; sarà necessario provvedere con perizia a manovrarla perché il sangue vada a coprire completamente il fondo ; ponete la padella sul fuoco e quando vedrete che il sangue si rapprende (passeranno 10/15 secondi)con i rebbi di una forchetta cominciate a staccare il migliaccio dal fondo, rifacendosi da una parte; se il composto sarà dosato bene ,l’operazione si presenterà facile.
Quando il migliaccio sarà completamente libero, con la stessa forchetta introdotta sotto il migliaccio fino ad oltrepassarne la metà ,dovrete rigirarlo per farlo cuocere per altri 10/15 secondi dall'altra parte. A cottura ultimata provvedete a porlo nel piatto di portata.
Il migliaccio si serve ben caldo a fine pasto .
VARIANTI:
Chi intende il migliaccio come pietanza sapida e quindi salata ,dovrà cospargerlo con una nevicata di formaggio parmigiano e lasciare gli ingredienti così come sono descritti.
Chi intende il migliaccio come pietanza dolce ,dovrà cospargerlo con una nevicata di zucchero e provvedere ad aggiungere al composto due manciate di uva passa leggermente ammollata , pinoli, succo di arancia , un bicchierino di liquore dal sapore di anice. ( Questa versione è diffusa nel comune di Agliana e non negli altri comuni del pistoiese – curioso ,ma vero).
-Ascanio.G
-Simone.I
ndr
ALCUNI TERMINI DIALETTALI E DESUETI SONO DOVUTI AL BAGAGLIO DI CONOSCENZE DEI NOSTRI NONNI CHE ANCORA HANNO LA MEMORIA DELLE TRADIZIONI DEL NOSTRO AMATO PAESE..